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I PRIMI ROMANZI  
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Le idee

"Il centravanti è stato assassinato verso sera", un titolo ormai celebre
Sullo sfondo della vita brulicante della città giovani drogati e poliziotti brutali

Carvalho come Maigret commissario con l�anima

di GIUSEPPE LEONELLI

Il detective Pepe Carvalho, protagonista di un fortunato ciclo di romanzi del catalano Manuel Vazquez Montalbán, tra cui Il centravanti è stato assassinato verso sera, scelto per i lettori della Repubblica, è la versione spagnola delle figure dei grandi investigatori che affollano la letteratura tra Otto e Novecento, a partire dal Lecocq di Gaboriau, capostipite di tutti, a Sherlock Holmes di Conan Doyle, padre Brown di Chesterton, Philo Vance di Van Dine, e quindi Nero Wolfe di Stout, Perry Mason di Gardner e altri, fino al commissario Maigret di Simenon. Il personaggio fu concepito una trentina d´anni fa.

Montalbán, nato a Barcellona nel 1939, militante antifranchista, aveva cominciato col fare il giornalista e s´era espresso, fino a quel momento, in saggi, poesie e in alcuni romanzi da lui stesso oggi definiti, con qualche disprezzo, "sperimentali". Dominava allora in Spagna una letteratura d´avanguardia, convinta che il romanzo realistico fosse morto o dovesse morire con la borghesia che l´aveva creato. Idea, questa, che aveva fatto capolino anche in Italia nel corso degli anni Sessanta, a cui si deve la fioritura di tanti nipotini di Joyce e Proust, i cui personaggi, come stigmatizzò il poeta Rafael Alberti, «impiegavano trenta pagine per salire le scale». Ad un certo momento Montalbán sentì il bisogno di scrivere un romanzo che avesse dei fatti da raccontare. La scelta del genere noir va interpretata, secondo lo scrittore, come «un esercizio di scetticismo sulla funzione della cultura», il gesto di "straniamento" con cui un esponente di una generazione troppo intellettualizzata, che «ha imparato quasi tutto dai libri», apre le finestre sulla realtà.

Il primo romanzo in cui compare Carvalho, Ho ammazzato J.F. Kennedy, pubblicato nel 1972 e solo di recente tradotto in italiano, doveva essere «una vicenda ricca di fatti, un po´ all´americana» e proprio per questo non fu accettato da una casa editrice progressista. Carvalho vi figura come un agente della CIA, guardia del corpo della famiglia Kennedy. Nel suo passato, c´è una militanza, abbastanza scomoda nella Spagna di Franco, nel partito comunista e un matrimonio con Muriel, una specie di pasionaria che gli ha dato una figlia e mette la fede politica al di sopra di tutto.

La critica fu severa, parlò di operazione commerciale, mentre il libro era stato concepito come tentativo di scrollarsi di dosso «il peso di una letteratura entrata in un vicolo cieco». Questa prima incarnazione di Carvalho, scettico nei confronti della sinistra al punto da passare dalla parte opposta, parla in prima persona e ricalca alcuni elementi della biografia di Montalbán, fra cui preminente la passione gastronomica, che ne fa uno dei grandi buongustai della letteratura contemporanea. Al principio, come ha dichiarato lo scrittore in un´intervista, Carvalho è servito soprattutto «come alter ego per poter dire delle cose, esprimere delle riflessioni che una sinistra di vedute un po´ ristrette non avrebbe potuto accettare da me». In seguito, con il succedersi dei romanzi, il personaggio, presto carissimo al pubblico, avrebbe assunto connotati di autonomia, al punto che un giornalista spagnolo, Quim Aranda, gli ha dedicato Piacere, Pepe Carvalho, un libro che si presenta come una «biografia autorizzata dell´investigatore più famoso di Spagna» e si apre con l´affermazione: «José Corvalho Touron esiste. Non è unicamente un fortunato personaggio letterario creato da Manuel Vazquez Montalbán. Le notizie biografiche che il lettore ha tra le mani attestano l´esistenza di una realtà carvalhiana tangibile e indiscutibile».

Il centravanti è stato assassinato verso sera, uno dei romanzi più appassionanti della serie, uscì nel 1988, quando la fama internazionale di Montalbán era ormai consolidata. Siamo, nella vita immaginaria, ma anche, come s´è visto, "tangibile e indiscutibile" di Pepe Carvalho, abbastanza avanti con gli anni. Il detective, che all´inizio lavorava soprattutto all´estero, anche perché sarebbe risultato difficile all´autore rappresentare impunemente, negli anni sessanta e primi settanta, la polizia spagnola ancora franchista, è tornato a Barcellona. Proviene da San Francisco e da un periodo di scorribande in ogni parte del mondo. Ha lasciato il suo lavoro alla CIA, bruciato cumuli di fotografie che fermano frammenti di un passato che non ama ricordare, tra cui l´immagine di Muriel, la ragazza che faceva politica anche tra le lenzuola. A Barcellona conosce Charo, una prostituta che diventerà, o si considererà, sua fidanzata; apre nella Rambla un ufficio di investigatore privato e va ad abitare a Vallvidrera. Ha come assistente Biscuter, per informatore Bromuro, vecchio lustrascarpe ex legionario sopravvissuto alla campagna di Russia, come commercialista e amico Fuster, partecipe della passione gastronomica e spesso commensale, con grande dispetto di Charo, in cene luculliane.

Sono passati per l´esattezza dieci anni dal primo viaggio in America: suo padre Evaristo, amatissimo, già combattente repubblicano, è morto, molte illusioni sono cadute, nel caminetto della nuova casa bruciano i libri di una biblioteca splendida, appassionatamente coltivata in altri tempi. Carvalho si sente invecchiato, sfiduciato: anche Barcellona, la sua città, non è più la stessa e si sta facendo sempre più estranea. Charo non capisce che l´inafferrabilità sentimentale del suo uomo, a cui non sa rassegnarsi, è l´espressione più evidente di una progressiva estraneità alla vita, che da qualche tempo preoccupa anche l´autore, ormai risoluto a concludere (ma manterrà la parola?) l´esistenza del suo personaggio. Questi caratteri di mestizia, la capacità di invecchiare, di mutare come gli altri e di avere gli stessi problemi di tutti noi, sono, tra tutti i protagonisti della letteratura poliziesca, peculiari e pressoché esclusivi di Carvalho. Costituiscono la cifra di più forte originalità del personaggio, quella che lo proietta, al di là del genere poliziesco, nella letteratura tout court, ove regge onorevolmente il confronto con Maigret, con cui Carvalho ha in comune il senso di solitudine, di stanchezza e perplessità di fronte al male, alla sconfitta. Maigret è però un personaggio che non cambia mai, insensibile, fisicamente e psicologicamente, all´effetto del tempo, sempre immerso nello stesso sonnolento milieu sociale.

Il centravanti è stato assassinato verso sera è un thriller a maglie larghe, ambientato nel mondo del calcio di Barcellona (altra grande passione di Montalbán). La sostanza gialla del romanzo è un elemento che dà forza e unità alla narrazione, ma, come quasi sempre in Montalbán (carattere, anche questo, in comune con Simenon, ma anche con Sciascia, uno dei maestri riconosciuti dello scrittore catalano) non la esaurisce. Il racconto si apre all´interno d´una pensione gestita da un´ex prostituta, dove arriva un ospite che si scoprirà essere Palacín, calciatore già famoso e ormai in declino atletico e umano, acquistato dal Centellas, una squadra minore e un po´ losca della città. Una serie di lettere anonime in cui si parla della prossima morte di un centravanti, che tutti identificano con l´inglese Mortimer, il nuovo acquisto del grande Barcelona, mette in moto il caso, con relativa suspense e sacrosanta imprevedibilità di soluzione. Vi entreranno, sullo sfondo della vita brulicante della città, oltre ai personaggi già nominati, una coppia di giovani drogati, con la figura così intensa di Marta, la ragazza; alcuni marocchini malavitosi; un amministratore del Barcelona affetto dal male estetico, sorta d´incrocio, ironicamente sfumato, tra Wilde, D´Annunzio e Gide; un vecchio mediatore, ormai all´ospizio, di glorie calcistiche del passato; poliziotti brutali e un vicecommissario addirittura "polisemico".

(5 agosto 2003)